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Che cos'è la chirurgia maxillofacciale?
Quali sono i costi dei suoi interventi chirurgici?
Perché dovrei affidarmi alle sue cure?
Ho un tumore di Warthin alla parotide, è grave?
E' rischiosa un'operazione alla parotide? E' un intervento difficile?
Che cicatrice lascia un intervento alla parotide?
Che cos'è il rialzo di seno mascellare?
In cosa consiste l'estrazione del dente del giudizio?
E’ sempre possibile posizionare impianti osteointegrati per ricostruire i denti mancanti?
R. La chirurgia maxillo-facciale
è una specialità medico-chirurgica che si occupa di tutte le patologie a
carico del distretto testa e collo.
E’ una specializzazione strettamente
correlata ad altre discipline quali la chirurgia plastica,
l’otorinolaringoiatria e l’odontoiatria, dalle cui competenze attinge per
affrontare tutte le situazioni cliniche riguardanti lo scheletro facciale, i
denti, i tessuti molli del volto e del collo e gli organi di senso.
Il
chirurgo maxillofacciale si occupa della traumatologia dello scheletro
facciale, delle malformazioni congenite e acquisite dell’estremo cefalico,
di tumori della testa e del collo e del cavo orale sia nella fase
demolitiva, sia in quella della ricostruzione, per cercare di ripristinare
l’estetica e la funzione perduta; allo stesso modo si occupa di
implantologia e di chirurgia orale in collaborazione con l’odontoiatra.
Altro campo di applicazione è quello della chirurgia dermatologica del
volto, in collaborazione con il dermatologo, soprattutto per il trattamento
di quei tumori della pelle che, per dimensioni o per sede particolarmente
delicata, necessitano di competenze oncologiche e ricostruttive particolari.
Il chirurgo maxillofacciale, con l’esperienza maturata nella chirurgia
maggiore, è lo specialista indicato anche per il trattamento delle
problematiche estetiche del distretto testa e collo: la conoscenza profonda delle
strutture anatomiche complesse permette infatti allo
specialista di affrontare sempre con sicurezza ogni situazione clinica.
R. Una comunicazione
chiara e la fiducia tra medico e paziente sono due pilastri imprescindibili
del mio operato.
Non trovo per questo corretto pubblicare un listino delle
prestazioni erogate, in quanto la natura stessa dell'atto medico mi
impedisce di potere generalizzare.
La valutazione di ogni singolo caso, dopo
una visita approfondita, mi permetterà di formulare un preventivo
personalizzato, chiaro, in nessun modo vincolante, che vi sarà recapitato
con la modalità preferita.
La mia filosofia è quella del GIUSTO PREZZO: non
ritengo eticamente corretto chiedere al paziente di sostenere costi
eccessivamente gravosi, ma allo stesso tempo non voglio prendere parte alla
corsa al low-cost cui molte volte si assiste in rete, troppo spesso con
ripercussioni negative sulla sicurezza dei pazienti.
Mi impegno ad offrire
la mia professionalità e serietà nella gestione del paziente, appoggiandomi
ad alcune tra le migliori strutture sanitarie private della città
di Milano per garantire la massima sicurezza sia durante l'intervento
chirurgico sia
nel periodo post-operatorio.
Sono reperibile 24 ore su 24 nel periodo
post-operatorio; l'assistenza al paziente non si conclude all'atto della
dimissione dalla clinica, ma si protrae nel tempo, per offrire sicurezza e
serenità a chi ha deciso di affidarsi alle mie cure.
R. Ogni atto chirurgico, anche il più
semplice, può nascondere delle insidie e portare a complicanze anche gravi.
Ecco perché affronto con la massima serietà ogni situazione clinica. Il
controllo della situazione non si limita solo alla preparazione chirurgica
adeguata dell’operatore ed alle conoscenze mediche indispensabili per un
dato intervento chirurgico, ma anche al contesto in cui si svolge
l’intervento. Eseguo interventi chirurgici solo in strutture autorizzate con
comprovate caratteristiche di sicurezza ed assistenza, preparando
adeguatamente il paziente al trattamento previsto, riducendo al minimo il
rischio di infezioni operatorie.
L’assistenza anestesiologica durante
l’intervento chirurgico, a cura di esperti professionisti che collaborano
con me, tende ad eliminare l’aspetto del dolore e a ridurre le possibili
complicanze legate a sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti o la
formazione di ematomi.
Opero sempre assistito da professionisti di
comprovata esperienza per questioni di sicurezza (al pari di un volo di
linea: in cabina di pilotaggio devono sempre esserci due piloti!).
Il
controllo maniacale del paziente nel periodo postoperatorio, eseguito in
prima persona da me, è lo strumento più efficace per identificare
precocemente qualsiasi problema ed affrontarlo tempestivamente prima che
questo possa portare complicanze più serie.
Sono fermamente convinto che a
contribuire alla bontà dei miei risultati ci sia anche l’aspetto umano di
relazione con il paziente che ha deciso di fidarsi di me. Non trascuro mai
questo aspetto imprescindibile del mio lavoro, senza venire per questo meno
alla professionalità richiesta dal mio ruolo. Solo così traggo grande soddisfazione
dal mio operato e l’affetto che mi lega anche a distanza di tempo ai miei
pazienti è testimonianza di questa armonia.
R. Il tumore di Warthin, altrimenti noto come
cistoadenolinfoma, è un tumore benigno molto frequente che si localizza alla
ghiandola parotide, secondo per frequenza solo all’adenoma pleomorfo (vedasi
descrizione nella sezione dedicata). Ha scarsa tendenza a degenerare in
lesione maligna ma può spesso essere multifocale (avere più localizzazioni)
e presentarsi bilateralmente (la parotide va sempre controllata
bilateralmente).
La sua tendenza, se non operato, è quella di crescere
progressivamente.
Una volta asportato non tende a recidivare.
R. La
difficoltà di eseguire un intervento chirurgico alla ghiandola parotide
risiede in una caratteristica anatomica di questa struttura: al suo interno
decorre infatti il nervo facciale, il VII nervo cranico, responsabile della
motilità della faccia.
Ogni lesione accidentale di tale nervo durante un
intervento alla ghiandola parotide per rimuovere un tumore benigno o maligno
nel contesto della stessa si traduce in una paralisi facciale, che può
essere solo di una parte del viso o di tutto l’emivolto, a seconda che siano
interessati alcuni rami o tutto il nervo.
E’ necessario quindi essere
estremamente delicati e precisi per evitare qualsiasi danno a carico di
questa struttura così importante.
Alle volte, dopo un intervento di
chirurgia parotidea, pur in assenza di una lesione del nervo
facciale, si verifica una situazione chiamata tecnicamente “stupor”, ossia
una transitoria ridotta o assente conduzione degli impulsi motori, espressione
solitamente di un danno lieve causato da edema e compressione
lieve.
Tale deficit è momentaneo ed esita solitamente in un recupero
funzionale totale, pur generando una certa apprensione nel paziente.
R. Le esperienze in ambito
chirurgico oncologico ed in chirurgia estetica mi consentono di affrontare
qualsiasi intervento alla parotide attraverso un accesso chirurgico che
lascia il minor reliquato estetico possibile, cioè attraverso una incisione
simile a quella del lifting facciale nella sua porzione davanti
all’orecchio, parzialmente nascosta dentro il condotto uditivo esterno, e
nascosta dietro l’orecchio e nei capelli nella sua parete posteriore.
Questo accesso consente un adeguato controllo del campo operatorio senza
lasciare cicatrici visibili deturpanti al volto.
R. Il rialzo di seno mascellare è una procedura chirurgica
eseguibile ambulatorialmente per consentire il posizionamento di impianti
osteointegrati nei settori posteriori del mascellare superiore, quando la
quantità di osso residuo non permette il posizionamento degli impianti (solitamente con una altezza ossea residua di 4 mm) oppure quando il
posizionamento degli impianti è possibile, ma è comunque necessario
sollevare la membrana del seno mascellare per ricostruire l’osso attorno
all’impianto e garantirne quindi la durata nel tempo.
Il rialzo di seno può
essere eseguito per via crestale (per piccoli difetti ossei) oppure
mediante un accesso chirurgico alla parete laterale del seno mascellare,
realizzato mediante chirurgia piezoelettrica, con l’ausilio di ultrasuoni.
La membrana mucosa del seno mascellare viene delicatamente sollevata verso
l’alto ed a livello del pavimento del seno mascellare viene rigenerato
l’osso mediante diverse tecniche, che possono prevedere l’impiego di osso
autologo (prelevato dallo stesso paziente in una zona dove vi sia abbondanza
di osso) o omologo (osso di banca) o eterologo,
impiegando diversi tipi di biomateriale.
L’intervento chirurgico è
assolutamente indolore e non prevede l’esecuzione di alcuna incisione
aggiuntiva rispetto a quella eseguita per l’esecuzione di impianti
osteointegrati.
L’unico disagio per il paziente può essere legato ad un
leggero gonfiore nei giorni successivi all’intervento.
R. L’estrazione dei terzi molari
superiori o inferiori è una procedura cui spesso vengono sottoposti i
pazienti, in particolar modo quando questi elementi sono cariati oppure se
si trovano in posizioni anomale che possano minacciare la salute dei molari
vicini.
Se l’estrazione dei molari superiori non presenta grandi difficoltà,
l’asportazione dei denti del giudizio inferiori può invece nascondere delle
insidie.
La vicinanza di strutture nervose importanti come il nervo
alveolare inferiore ed il nervo linguale, impone uno studio dell’intervento
ed una tecnica chirurgica corretta volta a prevenire un danneggiamento
accidentale di queste strutture nervose.
La lesione del nervo linguale è
sempre evitabile con una corretta incisione chirurgica, impiegando
protettori per il nervo durante l’uso di strumenti rotanti o utilizzando la
tecnologia degli
ultrasuoni. Il nervo alveolare inferiore deve essere studiato attentamente
con la radiologica convenzionale (ortopantomografia) e con l’impiego di
esami più dettagliati quali la TAC dental scan, in modo da conoscerne
l’esatta posizione prima dell’intervento chirurgico e poter quindi compiere
tutte le manovre chirurgiche corrette volte alla sua conservazione.
R. L’implantologia è uno strumento molto importante per poter
effettuare la riabilitazione protesica degli elementi dentari mancanti.
L’impiego di questa metodica è oramai estremamente collaudato ed i risultati
ampiamente predicibili.
Oltre a tutte le condizioni mediche generali che
controindicano il posizionamento degli impianti, ci sono situazioni cliniche particolari in cui, o a
causa di atrofie marcate (ridotta presenza di osso in seguito all’assenza
di elementi dentari da molto tempo) o di altre situazioni particolari (esiti
di pregresse infezioni/ascessi o di traumi a livello mascellare o
mandibolare), gli impianti non possono essere posizionati immediatamente ma
solo dopo avere effettuato delle procedure di ricostruzione dell’osso
mancante.
Questi interventi, nella maggior parte dei casi eseguibili
ambulatorialmente in anestesia locale, possono essere innesti ossei, rigenerazione ossea guidata (GBR) o procedure quali il grande rialzo
di seno mascellare, in cui viene sollevata la membrana del seno mascellare
per rigenerare osso a livello del pavimento del seno mascellare.
R. La presenza di rumori articolari durante l’apertura e la
chiusura della bocca è un riscontro molto frequente nella popolazione
generale.
Nella maggior parte dei casi non rappresentano una malattia da
curare e le persone affette non necessitano di alcun trattamento medico.
I
rumori articolari, riferiti come presenti davanti o dentro l’orecchio, sono
il risultato di una incoordinazione a livello della articolazione
temporomandibolare (ATM) tra disco legamenti e condilo mandibolare.
Spesso
il click è causato dalla ricaptazione del disco articolare a livello
dell’articolazione dopo una sua lussazione: durante l’apertura della bocca
il disco articolare momentaneamente si disloca anteriormente per venire poi
ricaptato in articolazione, producendo il tipico rumore.
Quando a questi
disturbi si associano difficoltà all’apertura della bocca, dolori articolari
o episodi di blocco articolare (si rimane bloccati a bocca aperta oppure a
bocca chiusa) è necessario consultare un chirurgo maxillofacciale ed il
proprio odontoiatra di fiducia.
Una valutazione chirurgica associata a
quella gnatologica può stabilire quale sia il corretto percorso
diagnostico-terapeutico per affrontare al meglio il problema, analizzandone
approfonditamente le cause.